Todi celebra Mark di Suvero: un omaggio all’arte astratta e ambientale

La città umbra accoglie una mostra personale dell'artista statunitense, la prima in Italia dal 1995

Todi celebra Mark di Suvero: un omaggio all'arte astratta e ambientale

Todi celebra Mark di Suvero: Un omaggio all’arte astratta e ambientale

Nel periodo che va dal 24 agosto al 27 ottobre 2024, la città di Todi, situata nella provincia di Perugia, dedica un tributo a Mark di Suvero, uno degli scultori più influenti ancora in vita, noto per il suo legame con l’espressionismo astratto e come figura di spicco nell’arte ambientale e pubblica a livello internazionale.

L’evento, curato da Marco Tonelli e promosso dalla Fondazione Progetti Beverly Pepper in collaborazione con il Comune di Todi, si inserisce nel contesto della quarta edizione del Festival delle Arti. L’iniziativa propone una mostra personale dell’artista statunitense di origini italiane, la prima in Italia dal 1995, che si sviluppa nel centro storico di Todi.

Il percorso espositivo prende avvio idealmente da Piazza del Popolo, che ospita la grande scultura “Neruda’s Gate” (2005), dedicata al poeta cileno scomparso pochi giorni dopo il colpo di stato di Augusto Pinochet dell’11 settembre 1973. Si tratta di un imponente portale, alto circa 8 metri, verniciato di rosso, colore tipico di molte delle sculture in acciaio dell’artista americano. La struttura, leggermente inclinata, è attraversata da una lunga trave di acciaio per creare un effetto dinamico che ne accentui la forza espressiva e drammatica.

L’opera, che rimarrà a Todi con un contratto di comodato d’uso al termine della mostra, è uno dei vari omaggi a personaggi famosi che di Suvero ha realizzato nel corso della sua lunga carriera, come a scienziati e matematici quali Galileo, Keplero o Lobotchevsky, compositori quali Schubert, Scarlatti o Mozart o ad altri poeti come Baudelaire, Rilke, Marianna Moore, Gerard Manley Hopkins o Yeats. La scultura sottolinea inoltre l’impegno politico che di Suvero ha spesso esplicitato nei suoi lavori che, seppur astratti e geometrici, non possono dirsi estranei a un coinvolgimento emotivo ed esistenziale verso i fatti della realtà e delle vicende storiche.

La mostra, intitolata “Spacetime”, per sottolineare il suo interesse verso i concetti di materia e antimateria, relatività, spazio a quattro dimensioni, gravità e fisica quantistica, prosegue all’interno della Sala delle Pietre di Palazzo del Popolo dove, fino al 6 ottobre 2024, vengono presentati alcuni dipinti di grandi dimensioni, provenienti dalla sua collezione personale e dal suo studio a New York, realizzati in acrilico e pittura fosforescente, tra 2014 e 2022. Tali dipinti esprimono il senso ludico e partecipativo – il pubblico può illuminarli con delle piccole torce facendo apparire colori inattesi – che la poetica di Mark di Suvero ha sviluppato fin dagli anni ’60, oltre che manifestare il significato di “drawing in space” che la storica dell’arte Rosalind Krauss ha dato a tanta scultura in ferro prodotta nel XX secolo.

Mark di Suvero è l’autore del manifesto che accompagnerà la 38^ edizione di Todi Festival, uno dei principali appuntamenti culturali italiani e umbri che spazia dal teatro alla musica, alle arti visive, che aprirà in concomitanza con il Festival delle Arti, con la direzione artistica di Eugenio Guarducci.

“La scelta di Mark di Suvero – afferma Marco Tonelli – come artista e testimonial del Festival delle Arti di Todi, è motivata non solo dall’importanza che ricopre lo scultore nella storia dell’arte moderna e contemporanea e in particolare per la scultura cosiddetta “tardoindustriale” (di cui è praticamente l’ultimo esponente), ma anche da un legame di continuità con l’opera della scultrice americana Beverly Pepper, che aveva scelto Todi e l’Italia come sua seconda patria e luogo di vita e lavoro. Beverly Pepper, infatti, a partire da una intervista rilasciata nel 1998 a Heidi Landecker, non ha mai nascosto la sua ammirazione per Mark di Suvero, da lei inserito in un pantheon ideale a fianco di scultori come Brancusi, David Smith e Richard Serra”.

La rassegna sottolinea il legame che si era instaurato tra Beverly Pepper e Mark di Suvero; i due esposero insieme in numerose collettive, tra il 1968 ed il 1995, allestite in musei pubblici statunitensi (tra cui l’Albright Knox Art Gallery di Buffalo e il William College Museum of Art di Williamstown), in prestigiose gallerie private (come John Weber Gallery o John Berggruen Gallery) o in spazi pubblici dedicati alla scultura come il Socrates Sculpture Park di Long Island a New York. Senza dimenticare la loro presenza congiunta in importanti collezioni di scultura come quella dell’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington o dello Storm King Art Center presso New York. Nel 1995, le opere di Pepper e di Suvero furono esposte, fianco a fianco, lungo la Riva degli Schiavoni sul Canal Grande di Venezia in occasione della Biennale del Centenario.

Durante il periodo di apertura dell’esposizione si terrà una serie di iniziative collaterali gratuite (solo su prenotazione, T. 339.1184278), come Spacetime tour, visite guidate ai luoghi della mostra, I love Contemporary Art, trekking urbani sull’arte contemporanea a Todi, Kids Art Day, attività laboratoriali per bambini dai 4 ai 10 anni e famiglie sull’arte contemporanea con un educatore d’infanzia specializzato.

Accompagna la rassegna un catalogo a cura di Marco Tonelli.

Mark di Suvero nasce a Shanghai il 18 settembre 1933 da genitori italiani (Matilde Millo di Suvero e Vittorio di Suvero. Nel 1941 si trasferisce con la famiglia a San Francisco. Nel 1954-56 frequenta la University of California a Santa Barbara e poi a Berkeley e inizia a dipingere e a scolpire. Nel 1957 si trasferisce a New York, dove scopre l’Espressionismo astratto, entra a far parte della cooperativa di artisti raccolti nella March Gallery, espone opere in gesso e in cera. Nel 1959 inizia a creare sculture in legno di risulta, prelevato da edifici demoliti. L’anno seguente rimane vittima di un grave incidente mentre lavora, per mantenersi, in un cantiere edile. Nel 1963 è tra i fondatori della Park Place Gallery. Nel 1964 realizza la sua prima scultura all’aperto e tre anni più tardi, una volta imparato a usare gru e tecniche di saldatura, crea la prima grande scultura all’aperto in acciaio Are YearsWhat? (for Marianne Moore).

Nel 1971, contrario alla guerra in Vietnam, lascia gli Stati Uniti per l’Europa. Allo Stedelijk Van Abbemuseum di Eindoven è organizzata una sua personale, che si estende ai giardini della città e, nel 1975, è il primo artista vivente a esporre ai Jardin des Tuileries a Parigi. In quello stesso anno termina la guerra in Vietnam e rientra negli Stati Uniti. Il Whitney Museum of American Art di New York gli dedica quindi una retrospettiva con opere allestite in vari punti della città. Nel 1977 crea la Athena Foundation, un’associazione dedita a sostenere gli artisti che desiderano creare sculture di grandi dimensioni, e lo Socrates Sculpture Park a Long Island City,

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